La mia prima ipnosi

Pubblicato il 2 settembre 2025 alle ore 19:06

La mia prima ipnosi.

Essendo questo un racconto divulgativo, basato su esperienze personali, sembra doveroso cominciare dalla mia prima esperienza con l’ipnosi regressiva, ovviamente, come paziente.

Non chiedo di credere a quello che state per leggere, anche io all’inizio ho fatto fatica a crederci, chiedo solo di lasciare il cuore aperto nell’accoglienza di queste storie fantastiche, che forse, tanto immaginate non sono…

Mossa dalla curiosità verso questa tecnica, per me allora sconosciuta, e verso i racconti di mia zia che, già da qualche tempo, aveva cominciato a svolgere questo tipo di sedute, mi feci coraggio e prenotai la prima seduta di ipnosi.

Nemmeno il tempo di presentarmi e mi ritrovai sdraiata sul lettino, la voce della mia psicoterapeuta invadeva tutto il mio corpo, attraversava non solo il mio orecchio ma ogni poro della mia pelle. Scivolavo in uno stato di rilassamento sempre più profondo e nel frattempo, cominciavo a sentire un peso schiacciarmi il petto. Tutto d’un tratto mi resi conto di avere qualcuno sopra di me, non lo vedevo, ma lo sentivo chiaramente. Percepivo le sue mani, la forma del suo corpo, anche chi fosse a livello affettivo per me. Ero in America, ma la mia nazionalità era sicuramente russa. Cinzia (nome fittizio che attribuiremo alla mia psicoterapeuta) mi chiese in che anno fossimo: subito dopo la Seconda guerra mondiale, o forse in mezzo fra le due? Non ne ebbi la certezza. Dopo questa prima scena fui catapultata qualche anno più avanti, una sempre giovanissima me, veniva consegnata ad un gruppo di uomini in giacca e cravatta ed abbandonava definitivamente la sua casa in America per recarsi in un campo di addestramento. Quello che vidi dopo, rasenta l’incredibile.

Mi resi conto che questo campo di addestramento non fosse sulla terra, quello che vedevo fuori dalla mia minuscola stanza era solo tanto rosso, Cinzia disse che ci trovavamo su Marte, la mia mente razionale non ne voleva sapere di credere a questa versione.

Nel mio inseparabile amico di giochi riconobbi l’anima di mio fratello, l’unico, fra tutti, che si accorse della mia assenza, quando fu il momento di abbandonare il mio corpo fisico in quella vita.

In questo istituto ci insegnavano ad utilizzare la telepatia o la connessione extracorporea, venivamo istruiti per specifici compiti, c’era chi veniva utilizzato per le proprie capacità extrasensoriali e chi invece veniva letteralmente indottrinato per portare la società mondiale verso una ben specificata direzione.

Osservai il susseguirsi della mia vita all’interno di quel luogo fin quando un giorno, un esperimento andato male, comportò la mia morte. In quel momento, entrai in profonda connessione con il tutto e ritrovando una visione d’insieme, perdonai le persone che mi avevano causato dolore e con la potenza del libero arbitrio procedetti a rimuovere non solo l’energia stagnante causata da quella ferita dell’anima ma anche tutte quelle connessioni con gli esseri che mi avevano usata. In questo modo, trasformai anche l’informazione energetica alla base, decretando una nuova versione di me più sicura e più consapevole delle proprie azioni.

Dopo questa seduta, piena di emozioni, fui travolta da questo magnifico mondo. Cominciai a lavorare su me stessa fino al punto in cui sentii la necessità di imparare io stessa questa tecnica per poter aiutare in prima persona gli altri. Di seguito, riporto alcune sessioni di ipnosi olistiche fatte con i miei clienti....